Dopo la pubblicazione dell’articolo sul progetto della Legio XIII per aiutare i ragazzi affetti da DSA, nato a Roma dall’idea di Valerio Bozzarini, diverse squadre ci hanno scritto per comunicarci di altri progetti che, in questa direzione, sono in corso di realizzazione o già in essere.
In attesa di poter scrivere di tutti, con piacere possiamo raccontare di quello dei Giaguari Torino. Già in corso d’opera, il progetto giaguaro ha puntato dritto per dritto sul problema della dislessia.
“Con i Giaguari abbiamo provveduto a riunire i genitori che hanno dei figli con le problematiche classiche della dislessia”. – ci ha spiegato Roberto Cecchi, Presidente della squadra – “Dopo la loro adesione […] abbiamo potuto determinare in dieci ragazzi i partecipanti al progetto.
12 allenamenti di un’ora circa cadauno, con un test di valutazione iniziale che si ripeterà alla fine (chiusura per l’ultima settimana di febbraio, ndr.) in modo da poter capire quale impatto possa avere avuto sui ragazzi e sul loro miglioramento individuale.
L’idea è di ripetere questa esperienza allargando ancor più le presenze, magari a persone esterne alla squadra, ma che si possono contattare attraverso l’interessamento della equipe medica.
Non ultimo dare al team di professionisti un nuovo strumento od approccio a questo disturbo da poter condividere con i colleghi e creare quello che normalmente è definito “Cross Fertilization”, dove l’intreccio di discipline fra loro apparentemente estranee, possono invece dare nuove chiavi di lettura e nuovi scenari nel trattamento della DSA.
Ragazzi e famiglie sono entusiasti di questo lavoro, quindi se dovessi valutare solo l’impatto emozionale, direi che per ora il successo è molto grande. Poi la valutazione tecnica dei Dottori coniugherà la parte ludica con la parte di apprendimento e migliorie che il corso, si spera, abbia portato”.
Ancora una bella storia di football americano, uno sport sempre più capace di trascendere sé stesso verso confini di solidarietà e aiuto. Una mano tesa verso aree sconosciute, in direzione di quei “luoghi” bui della mente dove mettere in gioco sé stessi, donandosi con generosità, può insegnare che, ascoltando, si può fare la differenza.
Foto: Ufficio Stampa Giaguari
